28 lug 2012

Marzo 2012

Quest'anno un sacco di rimorsi mi attanagliano: vedere questo splendido quanto implacabile sole che continua a scioglie la neve mi rattrista... pensare ai giorni di ferie che ho sprecato a casa invece
di andare a sciare mi fa arrabbiare con me stesso... considerare che dovrò attendere fino ad ottobre per sperare di entrare in contatto con il Powder mi rammarica.
Perchè Neve sei caduta così di rado quest'anno?
Perchè Siberia hai inviato masse d'aria gelide e secche ad ostacolare le mie gesta?
Perchè Primavera sei arrivata così precoce quest'anno?
Lunghi mesi caldi si prospettano d'innanzi... come potrò mai affrontarli avendo nel cuore la consapevolezza di aver sprecato un inverno con tante sciate-mancate?
Con quale coraggio potrò guardarmi allo specchio, corroso dal senso di colpa per non aver adempito al  mio dovere di snowboarder?
Quale tristezza al pensiero di non essermi mai congiunto carnalmente con il Powder quest'anno?

26 gen 2008

Secrezioni vaginali decidono le sorti del governo... per la seconda volta!

Il governo è caduto, sembra c'entri un certo Mastella...

in fondo c'è andata bene visto che sarabbe potuto cadere anche prima: un mese fa a causa di alcune secrezioni vaginali.
Ma cosa c'entra la sorte di un governo con le secrezioni vaginali?
C'entra c'entra: sono cose strettamente correlate.
Tanto per dirne una è già successo alla nazione più potente del mondo (USA, 1998), e stava per succedere anche da noi (Italia, dicemnre 2007)

Prima di proseguire sentite l'audio in questione, riesce ad essere spassoso e squallido allo stesso tempo!

audio:
ascolta le intercettazioni

testo:
leggi la trascrizione

Adesso ricapitoliamo la situazione:
in senato ci sarebbe stato un senatore pronto a votare CONTRO la maggioranza (di cui egli stesso faceva parte) in cambio di un favore.
Votando contro avrebbe fatto cadere il legittimo governo di una nazione europea membro del G8, eletto dal popolo sovrano, facendo un ENORME favore al suo avversario politico Berlusconi.

Ma cosa voleva in cambio questo senatore dal Berlusca?
Chiedeva l'intercessione del "cavaliere" sul direttore di RAI Fiction affinchè assuma due sconosciute attrici (non sappiamo quanto brave, senz'altro spregiudicate).
Ma perchè? cosa mai avrà spinto un serio e anziano senatore ad esporsi così tanto (stiamo parlando di far cadere un governo...) per la carriera di due giovani, sconoscute aspiarnti attrici?
Cosa mai possono avere due ragazze giovani e belle di così interessante per questo senatore?
Cosa mai possono aver fatto queste due ragazze per spingere il senatore a chiamare Berlusconi promettendogli un voto decisivo?

Queste ragazze devono avere un'arma segreta nascosta chissà dove affinchè un politico sovverta un governo passando sopra i suoi ideali, quelli del suo partito, della costituzione, degli elettori!
Devono avere qualcosa di mistico e potente qualcosa che manca al senatore che desidera così tanto... non so voi ma io un'idea ce l'avrei!
Non è che, forse (dico forse), le giovani e belle attrici al senatore gliel'hanno fatta annusare?
Pensiamoci bene... e se due le due attrici glela avessero fatta annusare, così, di fuggita, in "anteprima" con la promessa di un dono più "completo" e gratificante una volta che si fossero realizzati i loro sogni di attrici televisive?
Un cocktail politicamente scorretto: una carica di ferormoni sommato alla promessa di un premio più gratificante da consumare "a tre" (altrimenti non si spegano le DUE attrici, ne sarebbe bastata una, ma questi sono dettagli...)
Certo non biasimo una persona adulta che insegue legittimamente i propri sogni erotici tuttavia...
ci rendiamo conto che stava per cadere un governo a causa di alcune secrezioni vaginali?

23 dic 2007

Natale 2007

Tra poco è Natale bisogna essere più buoni ma quasi mai ci fermiamo (io per primo) a pensare che in questo preciso momento ci sono ben 24 guerre nel mondo! se non ci credete cliccate qui:
http://www.warnews.it/mappa_interattiva.html
Noi siamo qui a gozzovigliare mangiando il panettone mentre metà del mondo muore di fame, guerra e... malattie che a noi sembrano banali come la dissenteria.
Ci regaliamo una sacco di cose inutili che perlopiù servono ad aumentare le emissioni di CO2 e spesso vegono fabbricate sfruttando lavoratori bambini cinesi.
Che fare?
Non dico di stracciarci le vesti ma potremmo almeno fermarci a riflettere, non solo a Natale.

27 ott 2007

Operaio per un giorno

Enzo Rossi ha passato un mese come i suoi dipendenti e dopo quest'esperienza ha deciso di dare aumenti a tutti


Industriale vive da operaio
"Il 20 avevo già finito i soldi"


"L'ho fatto anche per le mie figlie, che non hanno mai provato privazioni"
dal nostro inviato JENNER MELETTI


Foto

Enzo Rossi



CAMPOFILONE (Ascoli Piceno) - Per un mese ha provato a vivere con lo stipendio di un operaio. Dopo 20 giorni ha finito i soldi. Enzo Rossi, 42 anni, produttore della pasta all'uovo Campofilone, ha deciso allora di aumentare di 200 euro al mese, netti, gli stipendi dei suoi dipendenti, che sono in gran parte donne. Ha dichiarato di essersi vergognato, perché non è riuscito a fare nemmeno per un mese intero la vita che le sue operaie sono costrette a fare da sempre. Ha detto che "è giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri".


Signor Rossi, per caso non sarà comunista?
"No. Non sono marxista. Sono un ex di destra. Ex perché quelli che votavo non sanno fare nemmeno l'opposizione".


Perché allora questo mese da "povero" e soprattutto la decisione di aumentare i salari a chi lavora per lei?
"Perché stiamo tornando all'800, quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perché i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare".


Aveva bisogno davvero di provare a vivere con pochi soldi? Non poteva chiedere a chi è costretto a farlo, senza scelta?
"Certo, sapevo come vivono le donne che lavorano per me. Ma ho fatto questa esperienza soprattutto per le mie figlie, che non hanno mai provato le privazioni. Ho voluto fare toccare loro con mano come vivono la grandissima parte delle loro amiche".


Come si è svolto l'esperimento?
"E' stato semplice. Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato è ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non è solo povertà, è disperazione".


Signor Rossi, lei è mai stato povero?
"Sì, anche se ero già un piccolo imprenditore. Nel 1993 - erano già nate le mie figlie - ho dovuto chiedere soldi in prestito agli amici per mantenere la famiglia. Non mi vergogno a dirlo, tanto quei soldi li ho restituiti. E' anche per questo che nell'esperimento ho coinvolto la famiglia. Volevo che le mie figlie vivessero in una famiglia con pochi mezzi, per trovare difficoltà e provare a superarle".


Il momento peggiore?
"L'ultimo giorno, quando ho deciso di arrendermi. Entro nel bar con 20 euro in tasca, gli ultimi. Sono conosciuto in paese, siamo 1.700 abitanti in tutto e gli imprenditori non sono tanti. Mentre entro un pensiero mi fulmina: e se trovo sei o sette amici cui offrire l'aperitivo? Non ho abbastanza soldi. Ecco, ci sono tanti operai che, quando tocca il loro turno, debbono pagare da bere agli altri, perché non è bello fare sapere a tutti che si è poveri. Sono in bolletta e non lo dicono a nessuno. In quel momento ho pensato: tanti di quelli che sono qui sono poveri davvero e non per un mese. Mi sono sentito come quando sei immerso in mare a 20 metri di profondità e scopri che la bombola è finita".



foto

Il pastificio di Rossi



E allora ha deciso di aumentare i salari.
"E' il minimo che potevo fare. Secondo l'Istat, il costo della vita è aumentato di 150 euro al mese. Per quelli come me non sono nulla. Per gli operai 150 euro al mese in meno sono quasi 2.000 all'anno, e questo vuol dire non pagare le rate della macchina o non comprare il computer al figlio. E poi, lo confesso, io ho aumentato i salari anche perché sono un egoista. Secondo lei, come lavora una madre di famiglia che sa di non poter arrivare a fine mese? Se è in paranoia, dove terrà la testa, durante il lavoro? Le mani calde delle mie donne che preparano la pasta sono la fortuna della mia azienda. E' giusto che siano ricompensate".


Se aumenta gli stipendi, vuol dire che l'azienda rende bene.
"Nel 1997, quando ho preso il pastificio Campofilone, il fatturato era di 90 milioni di lire. Quest'anno arriveremo a 1,6 milioni di euro. Da due anni le cose vanno davvero bene, e mi posso definire benestante. Non è giusto che sia solo io a goderne. Il valore aggiunto derivato dalla trasformazione della farina e delle uova deve portare benefici sia ai contadini che mi danno la materia prima che ai lavoratori della fabbrica".


Come l'hanno presa, i suoi colleghi industriali?
"Mi sembra bene. Alcuni mi hanno telefonato per sapere se l'aumento di 200 euro è uguale per tutti e altre cose tecniche. Forse vogliono imitarmi e questa è una cosa buona. Io ho spiegato che sarebbe giusto non fare pagare alle aziende i contributi relativi a questo aumento. Se il governo capisce (mi ha telefonato anche Daniele Capezzone, della commissione imprese) l'idea di prendere ai ricchi per dare ai poveri non resterà soltanto un manifesto".


(21 ottobre 2007)

2 ott 2007

Il mio paese

Non voglio parlare dell'Italia in generale ma proprio del paese in cui abito, un piccolo paesino di circa 3000 abitanti. Ritengo che in questo periodo sociale il mio paese sia ancora a misura d'uomo: tranquillo, poche auto, servito come poteva essere servito un paese 30 anni fa, ovvero un alimentari, piccola posta, bar di paese ecc., la bella chiesa, i boschi a due passi da casa. Questa mattina passeggiavo nel parco pineta e questi sentieri, queste stradine le sentivo familiari e un sentimento nasceva in me. Non avrei voluto in quel momento essere in nessun altro posto al mondo, stavo bene e mi sembrava giusto così. Viviamo in un periodo in cui tutto sembra fatto apposta per irritarci e i soldi per arrivare a fine mese non sono mai sufficienti, eppure ci sono tante cose che abbiamo vicino che possono ricaricarci, non togliendo i problemi ma facendoceli vedere in modo un pò più distaccato e quindi in un ottica differente, con meno emozioni negative. Sono contento di vivere nel mio paese, invito tutti a riscoprire nel proprio paese (anche se più grande e trafficato del mio) e nella natura che gli sta vicino tutto quello che normalmente non vediamo.

6 set 2007

Cercasi senso civico perduto

E' una vana ricerca.

Noi italiani siamo famosi in tutto il mondo per tante bellezze naturali ed artistiche, per monumenti che fanno invidia ad americani, canadesi e al resto del cosiddetto nuovomondo, ma ahimè non siamo in grado, NOI italiani, capaci di tanto vanto ma di poca cura, di salvaguardare le nostre meraviglie. Perchè un popolo riesce ad autodistruggersi? perchè un popolo si vuole così tanto male?
E' come quando un uomo, che non ha più forza di andare avanti si suicida. Ecco sì, l'Italia è come se si stesse suicidando, ma con una lenta ed agoniante morte.
Incendi vergognosi, per ottenere cosa? vendetta, soldi, terreni da coltivare e costruire, attirare l'attenzione, far parlare di sè, divertirsi...è una assurda e raccapricciante realtà.
Imbrattiamo monumenti, distruggiamo piazze, chiese antiche, statue, incuranti di quanto l'uomo al tempo ha impiegato per realizzare, quanta fatica e quanto amore aveva riversato in quelle opere d'arte.
Impattiamo costruzioni abusive in luoghi splendidi, "ingoiamo" spiagge per il mercato nero della sabbia per l'edilizia (abusiva ovviamente), inquiniamo acque con reflui illegali di industrie a ridosso di corsi d'acqua, abbandoniamo rifiuti ad ogni angolo delle strade.

Non riesco a capire.

L'Italia è il paese dei paradossi, abbiamo un patrimonio immenso e non lo sappiamo sfruttare, siamo solo capaci di far pagare tutto, anche ciò che dovrebbe essere di tutti, e magari poi troviamo uno spettacolo di incuria generale. Ma perchè? Perchè non riusciamo a capire l'importanza di tutto ciò per la nostra economia e per l'immagine che diamo all'estero? Mi arrovello su questa domanda.
Tutto ciò mi fa davvero tanto arrabbiare, ma sarà sempre peggio se non ci arricchiremo di quel senso civico perduto, che non siamo più in grado di insegnare ai nostri figli, nelle scuole l'educazione civica non si insegna quasi più.
Cosa possiamo lasciare ai nostri figli, se continuiamo così?

Mi fa paura pensarlo.

Vi racconto un episodio, molto esemplificativo, accadutomi l'estate scorsa in una "amena" località del litorale adriatico:

era una sera di festa, ero a passeggio tra la folla, quando scorgo un bambino, neanche troppo piccolo, che apre gioioso un nuovo gioco, compratogli dall' "amorosa madre", mi soffermo qualche secondo e faccio in tempo a presenziare alla seguente scena: il bambino butta l'odiosa plastica per terra, mentre la mamma parlava con altre persone. Io ben ottimista pensai, quando andranno via la raccoglieranno e la madre dirà al bimbo di non gettare le cose per terra. Ma purtoppo non è stato così. Infatti terminata la conversazione, se ne vanno lasciando l'imballaggio per terra. A tal gesto, non riesco a rimanere immobile, mi avvicino, raccolgo la plastica e parecchio scocciata dico al bambino, e alla madre, che non si gettano per terra i rifiuti e che poco distante c'era un cestino.
Sapete cosa è successo? La madre e tutta la combriccola che l'accompagnava mi hanno dato letteralmente della pazza e che a me non deve fregare dove loro gettano i rifiuti...
AIUTOOO
Ma vi rendete conto?E' un episodio che mi ha davvero rattristato, perchè mi ha fatto rendere conto di quanto siamo un popolo ignorante e incosciente.

Orlando, quando perse il senno, lo ritrovò sulla luna, ma noi il nostro senso civico lo ritroveremo mai?

5 set 2007

Natale 2000

Niente regali quest'anno.

Ho deciso così.
Non vedo perché il giorno di nata£e debba servire a far arricchire ulteriormente i soliti industriali che nemmeno conosco.
La gente intasa le strade e si accalca nei negozi alla ricerca degli oggetti che deve regalare.
Tutta intenta a pianificare il budget natalizio, a cercare l’oggetto più appropriato, che non costi troppo ma nemmeno troppo poco, a ricordare cosa si è ricevuto l’anno precedente in modo da poter "contaccambiare" senza "sfigurare".

Ma cos'è questo nata£e?
E’ il commercio dominante, un delirio collettivo, un mero baratto, un “obbligo” da assolvere ipocritamente.
Ingordi, ci affanniamo a caccia di GSM, DVD, GPS, oggetti funzionali ed efficienti che assimiliamo assuefacendoci senza rendercene conto.
Ci dimentichiamo che siamo individui,
ci dimentichiamo il valore dei rapporti umani,
ci dimentichiamo di mostrare al prossimo la nostra intelligenza, sensibilità, lealtà,
ci dimentichiamo di esprimere le nostre opinioni, di ascoltando il prossimo, contraddicendolo se necessario,
ci dimentichiamo di dimostrare veramente l’amicizia tramite un abbraccio, una parola di conforto, un consiglio o semplicemente, ascoltando ciò che il prossimo ha da dire.
Però in compenso ci scambiamo tanti pacchetti infiocchettati...

Buon nata£e!