E' una vana ricerca.
Noi italiani siamo famosi in tutto il mondo per tante bellezze naturali ed artistiche, per monumenti che fanno invidia ad americani, canadesi e al resto del cosiddetto nuovomondo, ma ahimè non siamo in grado, NOI italiani, capaci di tanto vanto ma di poca cura, di salvaguardare le nostre meraviglie. Perchè un popolo riesce ad autodistruggersi? perchè un popolo si vuole così tanto male?
E' come quando un uomo, che non ha più forza di andare avanti si suicida. Ecco sì, l'Italia è come se si stesse suicidando, ma con una lenta ed agoniante morte.
Incendi vergognosi, per ottenere cosa? vendetta, soldi, terreni da coltivare e costruire, attirare l'attenzione, far parlare di sè, divertirsi...è una assurda e raccapricciante realtà.
Imbrattiamo monumenti, distruggiamo piazze, chiese antiche, statue, incuranti di quanto l'uomo al tempo ha impiegato per realizzare, quanta fatica e quanto amore aveva riversato in quelle opere d'arte.
Impattiamo costruzioni abusive in luoghi splendidi, "ingoiamo" spiagge per il mercato nero della sabbia per l'edilizia (abusiva ovviamente), inquiniamo acque con reflui illegali di industrie a ridosso di corsi d'acqua, abbandoniamo rifiuti ad ogni angolo delle strade.
Non riesco a capire.
L'Italia è il paese dei paradossi, abbiamo un patrimonio immenso e non lo sappiamo sfruttare, siamo solo capaci di far pagare tutto, anche ciò che dovrebbe essere di tutti, e magari poi troviamo uno spettacolo di incuria generale. Ma perchè? Perchè non riusciamo a capire l'importanza di tutto ciò per la nostra economia e per l'immagine che diamo all'estero? Mi arrovello su questa domanda.
Tutto ciò mi fa davvero tanto arrabbiare, ma sarà sempre peggio se non ci arricchiremo di quel senso civico perduto, che non siamo più in grado di insegnare ai nostri figli, nelle scuole l'educazione civica non si insegna quasi più.
Cosa possiamo lasciare ai nostri figli, se continuiamo così?
Mi fa paura pensarlo.
Vi racconto un episodio, molto esemplificativo, accadutomi l'estate scorsa in una "amena" località del litorale adriatico:
era una sera di festa, ero a passeggio tra la folla, quando scorgo un bambino, neanche troppo piccolo, che apre gioioso un nuovo gioco, compratogli dall' "amorosa madre", mi soffermo qualche secondo e faccio in tempo a presenziare alla seguente scena: il bambino butta l'odiosa plastica per terra, mentre la mamma parlava con altre persone. Io ben ottimista pensai, quando andranno via la raccoglieranno e la madre dirà al bimbo di non gettare le cose per terra. Ma purtoppo non è stato così. Infatti terminata la conversazione, se ne vanno lasciando l'imballaggio per terra. A tal gesto, non riesco a rimanere immobile, mi avvicino, raccolgo la plastica e parecchio scocciata dico al bambino, e alla madre, che non si gettano per terra i rifiuti e che poco distante c'era un cestino.
Sapete cosa è successo? La madre e tutta la combriccola che l'accompagnava mi hanno dato letteralmente della pazza e che a me non deve fregare dove loro gettano i rifiuti...
AIUTOOO
Ma vi rendete conto?E' un episodio che mi ha davvero rattristato, perchè mi ha fatto rendere conto di quanto siamo un popolo ignorante e incosciente.
Orlando, quando perse il senno, lo ritrovò sulla luna, ma noi il nostro senso civico lo ritroveremo mai?
6 set 2007
5 set 2007
Natale 2000
Niente regali quest'anno.
Ho deciso così.
Non vedo perché il giorno di nata£e debba servire a far arricchire ulteriormente i soliti industriali che nemmeno conosco.
La gente intasa le strade e si accalca nei negozi alla ricerca degli oggetti che deve regalare.
Tutta intenta a pianificare il budget natalizio, a cercare l’oggetto più appropriato, che non costi troppo ma nemmeno troppo poco, a ricordare cosa si è ricevuto l’anno precedente in modo da poter "contaccambiare" senza "sfigurare".
Ma cos'è questo nata£e?
E’ il commercio dominante, un delirio collettivo, un mero baratto, un “obbligo” da assolvere ipocritamente.
Ingordi, ci affanniamo a caccia di GSM, DVD, GPS, oggetti funzionali ed efficienti che assimiliamo assuefacendoci senza rendercene conto.
Ci dimentichiamo che siamo individui,
ci dimentichiamo il valore dei rapporti umani,
ci dimentichiamo di mostrare al prossimo la nostra intelligenza, sensibilità, lealtà,
ci dimentichiamo di esprimere le nostre opinioni, di ascoltando il prossimo, contraddicendolo se necessario,
ci dimentichiamo di dimostrare veramente l’amicizia tramite un abbraccio, una parola di conforto, un consiglio o semplicemente, ascoltando ciò che il prossimo ha da dire.
Però in compenso ci scambiamo tanti pacchetti infiocchettati...
Buon nata£e!
Ho deciso così.
Non vedo perché il giorno di nata£e debba servire a far arricchire ulteriormente i soliti industriali che nemmeno conosco.
La gente intasa le strade e si accalca nei negozi alla ricerca degli oggetti che deve regalare.
Tutta intenta a pianificare il budget natalizio, a cercare l’oggetto più appropriato, che non costi troppo ma nemmeno troppo poco, a ricordare cosa si è ricevuto l’anno precedente in modo da poter "contaccambiare" senza "sfigurare".
Ma cos'è questo nata£e?
E’ il commercio dominante, un delirio collettivo, un mero baratto, un “obbligo” da assolvere ipocritamente.
Ingordi, ci affanniamo a caccia di GSM, DVD, GPS, oggetti funzionali ed efficienti che assimiliamo assuefacendoci senza rendercene conto.
Ci dimentichiamo che siamo individui,
ci dimentichiamo il valore dei rapporti umani,
ci dimentichiamo di mostrare al prossimo la nostra intelligenza, sensibilità, lealtà,
ci dimentichiamo di esprimere le nostre opinioni, di ascoltando il prossimo, contraddicendolo se necessario,
ci dimentichiamo di dimostrare veramente l’amicizia tramite un abbraccio, una parola di conforto, un consiglio o semplicemente, ascoltando ciò che il prossimo ha da dire.
Però in compenso ci scambiamo tanti pacchetti infiocchettati...
Buon nata£e!
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