23 dic 2007
Natale 2007
http://www.warnews.it/mappa_interattiva.html
Noi siamo qui a gozzovigliare mangiando il panettone mentre metà del mondo muore di fame, guerra e... malattie che a noi sembrano banali come la dissenteria.
Ci regaliamo una sacco di cose inutili che perlopiù servono ad aumentare le emissioni di CO2 e spesso vegono fabbricate sfruttando lavoratori bambini cinesi.
Che fare?
Non dico di stracciarci le vesti ma potremmo almeno fermarci a riflettere, non solo a Natale.
27 ott 2007
Operaio per un giorno
Enzo Rossi ha passato un mese come i suoi dipendenti e dopo quest'esperienza ha deciso di dare aumenti a tutti
Industriale vive da operaio
"Il 20 avevo già finito i soldi"
"L'ho fatto anche per le mie figlie, che non hanno mai provato privazioni"
dal nostro inviato JENNER MELETTI
Enzo Rossi
CAMPOFILONE (Ascoli Piceno) - Per un mese ha provato a vivere con lo stipendio di un operaio. Dopo 20 giorni ha finito i soldi. Enzo Rossi, 42 anni, produttore della pasta all'uovo Campofilone, ha deciso allora di aumentare di 200 euro al mese, netti, gli stipendi dei suoi dipendenti, che sono in gran parte donne. Ha dichiarato di essersi vergognato, perché non è riuscito a fare nemmeno per un mese intero la vita che le sue operaie sono costrette a fare da sempre. Ha detto che "è giusto togliere ai ricchi per dare ai poveri".
Signor Rossi, per caso non sarà comunista?
"No. Non sono marxista. Sono un ex di destra. Ex perché quelli che votavo non sanno fare nemmeno l'opposizione".
Perché allora questo mese da "povero" e soprattutto la decisione di aumentare i salari a chi lavora per lei?
"Perché stiamo tornando all'800, quando nella mia terra c'erano i conti e i baroni da una parte ed i mezzadri dall'altra, e si diceva che i maiali nascevano senza coscia perché i prosciutti dovevano essere portati ai padroni. Negli ultimi decenni il livello di vita dei lavoratori era cresciuto e la differenza con gli altri ceti era diminuita. Adesso si sta tornando indietro, e allora bisogna rimediare".
Aveva bisogno davvero di provare a vivere con pochi soldi? Non poteva chiedere a chi è costretto a farlo, senza scelta?
"Certo, sapevo come vivono le donne che lavorano per me. Ma ho fatto questa esperienza soprattutto per le mie figlie, che non hanno mai provato le privazioni. Ho voluto fare toccare loro con mano come vivono la grandissima parte delle loro amiche".
Come si è svolto l'esperimento?
"E' stato semplice. Io mi sono assegnato 1.000 euro, e altri 1.000 sono arrivati da mia moglie, che lavora in azienda con me. Duemila euro per un mese, tante famiglie vivono con molto meno. Abbiamo fatto i conti di quanto doveva essere messo da parte per la rata del mutuo, l'assicurazione auto, le bollette... Con il resto, abbiamo affrontato le spese quotidiane. Il risultato è ormai noto: dopo 20 giorni non avevamo un soldo. Mi sono vergognato, anche se ero stato attento a ogni spesa. Sa cosa vuol dire questo? Che in un anno intero io sarei rimasto senza soldi per 120 giorni, e questa non è solo povertà, è disperazione".
Signor Rossi, lei è mai stato povero?
"Sì, anche se ero già un piccolo imprenditore. Nel 1993 - erano già nate le mie figlie - ho dovuto chiedere soldi in prestito agli amici per mantenere la famiglia. Non mi vergogno a dirlo, tanto quei soldi li ho restituiti. E' anche per questo che nell'esperimento ho coinvolto la famiglia. Volevo che le mie figlie vivessero in una famiglia con pochi mezzi, per trovare difficoltà e provare a superarle".
Il momento peggiore?
"L'ultimo giorno, quando ho deciso di arrendermi. Entro nel bar con 20 euro in tasca, gli ultimi. Sono conosciuto in paese, siamo 1.700 abitanti in tutto e gli imprenditori non sono tanti. Mentre entro un pensiero mi fulmina: e se trovo sei o sette amici cui offrire l'aperitivo? Non ho abbastanza soldi. Ecco, ci sono tanti operai che, quando tocca il loro turno, debbono pagare da bere agli altri, perché non è bello fare sapere a tutti che si è poveri. Sono in bolletta e non lo dicono a nessuno. In quel momento ho pensato: tanti di quelli che sono qui sono poveri davvero e non per un mese. Mi sono sentito come quando sei immerso in mare a 20 metri di profondità e scopri che la bombola è finita".
Il pastificio di Rossi
E allora ha deciso di aumentare i salari.
"E' il minimo che potevo fare. Secondo l'Istat, il costo della vita è aumentato di 150 euro al mese. Per quelli come me non sono nulla. Per gli operai 150 euro al mese in meno sono quasi 2.000 all'anno, e questo vuol dire non pagare le rate della macchina o non comprare il computer al figlio. E poi, lo confesso, io ho aumentato i salari anche perché sono un egoista. Secondo lei, come lavora una madre di famiglia che sa di non poter arrivare a fine mese? Se è in paranoia, dove terrà la testa, durante il lavoro? Le mani calde delle mie donne che preparano la pasta sono la fortuna della mia azienda. E' giusto che siano ricompensate".
Se aumenta gli stipendi, vuol dire che l'azienda rende bene.
"Nel 1997, quando ho preso il pastificio Campofilone, il fatturato era di 90 milioni di lire. Quest'anno arriveremo a 1,6 milioni di euro. Da due anni le cose vanno davvero bene, e mi posso definire benestante. Non è giusto che sia solo io a goderne. Il valore aggiunto derivato dalla trasformazione della farina e delle uova deve portare benefici sia ai contadini che mi danno la materia prima che ai lavoratori della fabbrica".
Come l'hanno presa, i suoi colleghi industriali?
"Mi sembra bene. Alcuni mi hanno telefonato per sapere se l'aumento di 200 euro è uguale per tutti e altre cose tecniche. Forse vogliono imitarmi e questa è una cosa buona. Io ho spiegato che sarebbe giusto non fare pagare alle aziende i contributi relativi a questo aumento. Se il governo capisce (mi ha telefonato anche Daniele Capezzone, della commissione imprese) l'idea di prendere ai ricchi per dare ai poveri non resterà soltanto un manifesto".
(21 ottobre 2007)
2 ott 2007
Il mio paese
6 set 2007
Cercasi senso civico perduto
Noi italiani siamo famosi in tutto il mondo per tante bellezze naturali ed artistiche, per monumenti che fanno invidia ad americani, canadesi e al resto del cosiddetto nuovomondo, ma ahimè non siamo in grado, NOI italiani, capaci di tanto vanto ma di poca cura, di salvaguardare le nostre meraviglie. Perchè un popolo riesce ad autodistruggersi? perchè un popolo si vuole così tanto male?
E' come quando un uomo, che non ha più forza di andare avanti si suicida. Ecco sì, l'Italia è come se si stesse suicidando, ma con una lenta ed agoniante morte.
Incendi vergognosi, per ottenere cosa? vendetta, soldi, terreni da coltivare e costruire, attirare l'attenzione, far parlare di sè, divertirsi...è una assurda e raccapricciante realtà.
Imbrattiamo monumenti, distruggiamo piazze, chiese antiche, statue, incuranti di quanto l'uomo al tempo ha impiegato per realizzare, quanta fatica e quanto amore aveva riversato in quelle opere d'arte.
Impattiamo costruzioni abusive in luoghi splendidi, "ingoiamo" spiagge per il mercato nero della sabbia per l'edilizia (abusiva ovviamente), inquiniamo acque con reflui illegali di industrie a ridosso di corsi d'acqua, abbandoniamo rifiuti ad ogni angolo delle strade.
Non riesco a capire.
L'Italia è il paese dei paradossi, abbiamo un patrimonio immenso e non lo sappiamo sfruttare, siamo solo capaci di far pagare tutto, anche ciò che dovrebbe essere di tutti, e magari poi troviamo uno spettacolo di incuria generale. Ma perchè? Perchè non riusciamo a capire l'importanza di tutto ciò per la nostra economia e per l'immagine che diamo all'estero? Mi arrovello su questa domanda.
Tutto ciò mi fa davvero tanto arrabbiare, ma sarà sempre peggio se non ci arricchiremo di quel senso civico perduto, che non siamo più in grado di insegnare ai nostri figli, nelle scuole l'educazione civica non si insegna quasi più.
Cosa possiamo lasciare ai nostri figli, se continuiamo così?
Mi fa paura pensarlo.
Vi racconto un episodio, molto esemplificativo, accadutomi l'estate scorsa in una "amena" località del litorale adriatico:
era una sera di festa, ero a passeggio tra la folla, quando scorgo un bambino, neanche troppo piccolo, che apre gioioso un nuovo gioco, compratogli dall' "amorosa madre", mi soffermo qualche secondo e faccio in tempo a presenziare alla seguente scena: il bambino butta l'odiosa plastica per terra, mentre la mamma parlava con altre persone. Io ben ottimista pensai, quando andranno via la raccoglieranno e la madre dirà al bimbo di non gettare le cose per terra. Ma purtoppo non è stato così. Infatti terminata la conversazione, se ne vanno lasciando l'imballaggio per terra. A tal gesto, non riesco a rimanere immobile, mi avvicino, raccolgo la plastica e parecchio scocciata dico al bambino, e alla madre, che non si gettano per terra i rifiuti e che poco distante c'era un cestino.
Sapete cosa è successo? La madre e tutta la combriccola che l'accompagnava mi hanno dato letteralmente della pazza e che a me non deve fregare dove loro gettano i rifiuti...
AIUTOOO
Ma vi rendete conto?E' un episodio che mi ha davvero rattristato, perchè mi ha fatto rendere conto di quanto siamo un popolo ignorante e incosciente.
Orlando, quando perse il senno, lo ritrovò sulla luna, ma noi il nostro senso civico lo ritroveremo mai?
5 set 2007
Natale 2000
Ho deciso così.
Non vedo perché il giorno di nata£e debba servire a far arricchire ulteriormente i soliti industriali che nemmeno conosco.
La gente intasa le strade e si accalca nei negozi alla ricerca degli oggetti che deve regalare.
Tutta intenta a pianificare il budget natalizio, a cercare l’oggetto più appropriato, che non costi troppo ma nemmeno troppo poco, a ricordare cosa si è ricevuto l’anno precedente in modo da poter "contaccambiare" senza "sfigurare".
Ma cos'è questo nata£e?
E’ il commercio dominante, un delirio collettivo, un mero baratto, un “obbligo” da assolvere ipocritamente.
Ingordi, ci affanniamo a caccia di GSM, DVD, GPS, oggetti funzionali ed efficienti che assimiliamo assuefacendoci senza rendercene conto.
Ci dimentichiamo che siamo individui,
ci dimentichiamo il valore dei rapporti umani,
ci dimentichiamo di mostrare al prossimo la nostra intelligenza, sensibilità, lealtà,
ci dimentichiamo di esprimere le nostre opinioni, di ascoltando il prossimo, contraddicendolo se necessario,
ci dimentichiamo di dimostrare veramente l’amicizia tramite un abbraccio, una parola di conforto, un consiglio o semplicemente, ascoltando ciò che il prossimo ha da dire.
Però in compenso ci scambiamo tanti pacchetti infiocchettati...
Buon nata£e!
23 ago 2007
Dialogo fra la bellezza e la bruttezza
- "Cara sorella Bruttezza, come mi fai pena!
Rappresenti tutto quello che c'è di sbagliato nel creato e nemmeno te ne rendi conto..."
- "Bhè (rispose la Bruttezza), anzitutto spiegami chi ci ha catalogati ed etichettati, permettimi ti prego questa semplice domanda..."
- "E' evidente, l'Uomo!"
- "Allora saprai del potere che esercito su questo cosiddetto Uomo..."
- "Spiegati meglio!"
- "Sai bene, sorella Bellezza, che alla fine sono sempre io la vincitrice. In un modo o in un altro ho sempre io l'ultima parola e inoltre è grande l'influenza mia su questi omuncoli."
La signora Bellezza nel frattempo sembrava perplessa e chiedeva delucidazioni...
"Chi cade fra le mie braccia, cara sorella Bellezza, spesso è perduto e non riesce più a vederti nemmeno con il binocolo, famosa invenzione umana..."
Dannazione, pensò allora Bellezza, sento che mi sta imbrogliando, debbo escogitare qualcosa! ...e così disse:
- "Ma la mia luce risplende come la luce del sole!"
- "Ma il mio buio può tranquillamente oscurarti” replicò Bruttezza, “e allora riuscire poi a ridarti la lucentezza sarà impresa alquanto ardua!"
Allora la signora Bellezza, stufa della discussione, se ne andò con la coda fra le gambe.
"Interessante (pensò poi fra sé e sé Bruttezza), sono riuscita di nuovo a spuntarla, quando invece è evidente che le sono nettamente inferiore, ma, per fortuna mia, sono in ben pochi ad accorgersene."
Dialogo fra un uomo non ancora nato e la sua futura società.
Al momento dell'incontro l'uomo che pelle ancora non aveva, rimase molto turbato dalle parole della signora che cominciarono così:
"Caro uomo, è bene che tu sappia che quando vivrai dovrai sottostare ad alcune regolette mie che mi appresto a darti, regolette che intendo dare per il bene tuo e quello dei tuoi simili, naturalmente.
Allora, si inizia con il battesimo, e da lì ogni cosa è presto programmata.
Ti spiegherò cosa si intende per bene e cosa per male, non dubitare delle mie parole, al bene rispondi Sì e al male rispondi No.
Un giorno ti innamorerai, la conseguenza sarà un bel contratto.
Il sesso dovrai considerarlo peccato (almeno finché il suddetto contratto non avrai stipulato).
Dovrai vergognarti del tuo corpo nudo, in particolare del tuo sesso.
Sappi che l'amore può esistere solo fra persone di sesso diverso, inoltre, bisogna amare una persona sola alla volta.
Il tuo amante diverrà tua proprietà: nessuno potrà importunarlo più del dovuto.
Sarà indispensabile per te avere tanti muscoli, per una donna invece sarà importante avere un seno abbondante.
Dovrai passare tutto il tempo cercando di costruirti una bella fortezza intorno così da non temere niente e nessuno, e ricorda!, quello che conta sono le certezze, dell'ignoto occorre sempre diffidare.
(a questo punto si sentì borbottare da dietro un angolo la signora Natura che disse fra sé e sé: "come se non sapesse che basta un misero soffio mio per distruggere tutte le loro stupide fortezze... bah!")
Ripeto (continuò la signora Società): è basilare aver paura dell'ignoto e fare sempre le stesse cose. Inoltre, meno rischi si corrono meglio è.
Se sarai religioso quello che veramente conterà per te sarà la miseria e l'umiltà, viceversa, se religioso non sarai, quello che importerà sarà la ricchezza e il successo personale.
In verità la vera felicità è quella materiale.
Passerai la vita cercando di guadagnare sempre più denaro per poi spenderlo o, se sarai fortunato, accumularlo.
(...l'uomo non ancora nato nel frattempo era sempre più confuso ma non poteva proferir parola poiché labbra ancora non aveva...)
Se non avrai soldi non concluderai nulla nella vita e verrai considerato "barbone".
Studierai un linguaggio che io ho già inventato per te, poi tu lo arricchirai in modo da esprimerti in maniera illogica.
Quello che conta è come apparire al prossimo.
Non dovrai far violenza al prossimo tuo a meno che non sia io stessa a domandartelo, allora dovrai ubbidire e, se ucciderai giustamente, riceverai dei premi.
Istituirò leggi, codici e nuove infinite regole che cambieranno nel tempo ma a cui tu dovrai sempre obbedire.
Quello che veramente conta è tirare avanti facendo sempre le stesse cose, che danno Sicurezza.
...infine, dopo aver continuato ancora a lungo (ma, per non annoiarvi ulteriormente non mi sembra il caso di continuare oltre), disse:
"Tutto questo che ti ho detto deve essere considerato come acquisito e quindi fuori discussione!"
(A questo punto intervenne la signora Natura, visibilmente scocciata dalle parole della Società):
"Oh Uomo!, mi sembra che la società ti abbia già dato un pò troppi comandamenti, taluni anche in contrasto con le esigenze mie, e pertanto sarò clemente e te ne aggiungerò uno solo:
Quando avrai raggiunto la maturità fisica, dovrai procreare. Questo è il mio comandamento, giornalmente vedrò di ricordartelo!"
L'uomo a quel punto si allontanò e si preparò così a nascere.
20 ago 2007
Paese lontano
Il terrirtorio è più grande di quello italiano ma la popolazione è meno di un decimo.
La densità di popolazione è di soli 12 abitanti al Km quadrato contro i 196 dell'Italia i 400 della Lombardia i 2000 delle province di Milano e Monza-brianza, questo significa SPAZIO.
Tanto spazio, case basse monofamigliari con giardino e foreste sterminate.
E' un Paese ricco, ha la media di milionari più alta del mondo però la gente non ostenta la propria ricchezza, non si affanna a circondarsi di tanti oggetti inutili come facciamo noi, vive in modo semplice e sobrio, spartano diremmo noi.
In casa camminano a piedi nudi, tutte le finestre non hanno tapparelle ne persiane, alcune nemmeno le tende, a volte le porte dei garage sono aperte.
I ritmi sono rilassari, la gente parla lentamente e a bassavoce, la domenica fa una passeggiata nella foresta.
I bambini si divertono saltando sui tappeti elastici in girdino (ce ne sono tantissimi) d'estate e giocando a palle di neve d'inverno.
L'inverno è lungo ma gli asili dentro le foreste e... all'aperto!
Da noi invece i bambini si ammalano perchè la mamme li coprono troppo mentre i riscaldamenti sono al massimo e i bambini corrono e sudano.
L'ambiente naturale e urbano è pulito: in tutto il territorio nazionale non esiste (per legge) un solo cartellone pubblicitario e non si trovano carte per terra, non per merito degli spazzini ma dei cittadini.
L'educazione e il rispetto per il prossimo sono fondamentali, nessuno sporca, urla, o spinge per avanzare in una coda, ognuno aspetta il proprio turno a mezzo metro di distanza.
La capitale ha un settimo di densità di popolazione rispetto a Milano, tutti i semafori sono dotati di cicalino per i non vedenti e gli autobus attrezzati per accogliere i disabili.
Il museo nazionale è gratuito e la carta di credito è accettata ovunque, anche sull'autobus e al mercato.
Insieme all'educazione, il rispetto delle regole è fondamentale: NESSUNO supera il limite di velocità (che viene osservato in maniera maniacale), ho visto di persona portare via con la forza un ragazzo che in stazione si ostinava a mettere i piedi sulla sedia... meditate!
A già, non vi ho ancora detto dove sono stato a luglio... ebbene sono stato in Norvegia.